Sesto Rapporto IPCC - WG I, nuove conoscenze sui cambiamenti climatici
Lunedì 9 agosto, l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) lancia il rapporto del Gruppo di Lavoro I Climate Change 2021: the Physical Science Basis, che contribuisce al Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC.
Il rapporto mostra come e perché il clima è cambiato fino ad oggi e mette in luce l’influenza umana su un’ampia gamma di caratteristiche climatiche, inclusi gli eventi estremi.
INTRODUZIONE SU IPCC
Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), creato dalle Agenzie delle Nazioni Unite UNEP (UN Environmental Program e WMO (World Meteorological Organisation) nel 1988, ha il compito di redigere a scadenza regolare rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico.
Ogni Rapporto IPCC si compone di tre parti, ognuna redatta a cura di un apposito Working Group (WG).
- Working Group I: valuta le nuove conoscenze scientifiche emerse rispetto al rapporto precedente.
- Working Group II: valuta gli impatti del cambiamento climatico sull’ambiente e la società e le azioni
di adattamento necessarie.
- Working Group III: valuta le azioni di mitigazione del cambiamento climatico.
Ogni WG si compone mediamente di 200-250 scienziati (Lead Authors) scelti su proposta dei singoli governi dal Bureau IPCC. Per quanto riguarda il Working Group I, sui 234 Lead Authors provenienti da 66 Paesi, tre sono gli scienziati appartenenti a un’istituzione di ricerca italiana, tutti ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
PRINCIPALI RISULTATI DEL RAPPORTO
Lo stato attuale del clima
Rispetto al precedente Rapporto IPCC (AR5, 2013), nuove e più dettagliate osservazioni, unite a modelli climatici sempre più perfezionati, hanno permesso di approfondire la conoscenza e la quantificazione dell’effetto antropico sul clima della Terra, comunque già accertato da almeno un decennio.
Le emissioni antropiche dei principali gas serra sono ulteriormente cresciute, raggiungendo nel 2019 concentrazioni di 410 parti per milione (ppm) per CO2 e 1866 parti per miliardo (ppb) per il metano.
La temperatura media globale del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1.09°C superiore a quella del periodo 1850-1900, con un riscaldamento più accentuato sulle terre emerse rispetto all’oceano.
La parte preponderante del riscaldamento climatico osservato è causata dalle emissioni di gas serra derivate dalle attività umane.
A seguito del riscaldamento climatico, il livello medio dell’innalzamento del livello del mare fra il 1901 e il 2020 è stato di 20 cm, con una crescita media di 1.35 mm/anno dal 1901 al 1990 e una crescita accelerata di 3.7 mm/anno fra il 2006 e il 2018.
Tutti i più importanti indicatori delle componenti del sistema climatico (atmosfera, oceani, ghiacci) stanno cambiando ad una velocità mai osservata negli ultimi secoli e millenni
La concentrazione dei principali gas serra è oggi la più elevata degli ultimi 800.000 anni.
Nel corso degli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta ad una velocità che non ha uguali negli ultimi 2000 anni.
Nell’ultimo decennio l’estensione dei ghiacci dell’Artico durante l’estate è stata la più bassa degli ultimi 1000 anni e la riduzione dell’estensione dei ghiacciai terrestri non ha precedenti negli ultimi 2000 anni.
L’aumento medio del livello del mare è cresciuto ad una velocità mai prima sperimentata, almeno negli ultimi 3000 anni e l’acidificazione delle acque dei mari sta procedendo a una velocità mai vista in precedenza, almeno negli ultimi 26.000 anni. Un fenomeno del tutto imprevedibile e inaspettato, la pandemia dovuta al virus COVID-19, ha permesso di condurre un esperimento altrimenti impensabile: la riduzione in tempi brevissimi delle emissioni di inquinanti atmosferici e gas serra dovuta ai lockdown estesi praticamente in tutto il mondo. Mentre la riduzione delle emissioni inquinanti ha portato a un seppur temporaneo miglioramento della qualità dell’aria a livello globale, la riduzione del 7% delle emissioni globali di CO2, una riduzione enorme mai sperimentata nei decenni passati, non ha prodotto alcun effetto sulla concentrazione di CO2 in atmosfera e, conseguentemente, nessun apprezzabile effetto sulla temperatura del pianeta.
Per un approfondita nota stampa Cnr
https://www.cnr.it/sites/default/files/public/media/Sesto-Rapporto-IPCC_WGI-1.pdf
Per accedere al rapporto completo
https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg1/
Fonte: CNR
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