Germania

Ricerca e innovazione in Germania

Il sistema della ricerca in Germania

Investimenti


La Germania investe in Ricerca e Sviluppo (R&S) in maniera crescente. Secondo gli ultimi dati consolidati (2018, previsioni 2020), la Germania ha superato il target-paese della strategia di Lisbona con investimenti in R&S di 3.13% (104 miliardi di euro) del PIL (pari a 3344 miliardi), in lieve salita percentuale (+0.3% dal 2013). L’investimento è abbastanza variabile da un Land all’altro, da 1.58% dello Schleswig-Holstein al 5.64% del Baden-Württemberg, e amplificato paretianamente dalle differenze di PIL tra i Länder. C’è molto lavoro di policy advising dedicato all’aumento dell’investimento, con target il 3.5%.

La disaggregazione dei fondi R&S (dati 2017 per gli altri Paesi) mostra che il 69% degli investimenti sono a carico dell’industria, dietro soltanto al Giappone (78%), e nettamente davanti a Francia (56%), media UE (56%), Gran Bretagna (52%), Italia (52%); la maggioranza relativa (circa 1/3) degli investimenti R&S industriali è dell’industria automobilistica.

Queste cifre, si noti, non include l’ulteriore spesa per istruzione, inclusa quella superiore, intorno al 6% del PIL. Tutte le cifre sono su base annua. Per confronto, dato che l’Italia investe in ricerca l’1.5% del PIL con quota privata 55%, gli investimenti pro capite tedeschi privati e pubblici sono rispettivamente 3.8 e 2 volte quelli italiani.

La porzione privata dell’investimento è appunto prevalente, ed è in capo principalmente ai grandi gruppi industriali, con le prime 20 aziende per dimensioni responsabili per circa l’85% della quota privata o 63 miliardi 2019. Sia il sistema di ricerca pubblico che quello privato finanziano principalmente ricerca al proprio interno, con un travaso verso il sistema complementare dell’ordine dell’8% delle rispettive quote.


La porzione pubblica (Bund più Länder) è circa 32 miliardi di euro (30%), in capo per 2/3 ai Ministeri tecnici federali, e per metà di questa quota (circa 11 miliardi) al Ministero della Ricerca e Formazione. Circa 18 miliardi di euro sono etichettati “Allgemeine Erweiterung des Wissens”, generale ampliamento della conoscenza. I settori più finanziati (previsioni 2020) da fondi federali (Bund, totale 20.3 miliardi) sono: bio-medico (2.8), aviazione e aerospazio (1.96), energia (1.65), militare (1.54), clima, ambiente, sostenibilita` (1.52), grandi facilities di ricerca (1.47 miliardi), materiali, ottica, nanotech (1.1), humanities ed economia (1.38), ICT (1.4), alimentazione, agricoltura, protezione consumatore (0.98).

Gli addetti del settore ricerca sono complessivamente 680000 full-time-equivalent (di cui circa 420000 ricercatori), pari a circa l’1,4% della forza lavoro complessiva (Italia 1%, Svezia 1.6%).


Coordinamento ed indirizzo del sistema R&S


Bund e Länder collaborano alla definizione e finanziamento della politica R&S. Il coordinamento e` demandato dal 2007 alla conferenza stato-regioni per la scienza (GWK), di cui fanno parte i ministri della ricerca e delle finanze dei 16 Länder e del Bund. Il blocco delle regioni e il governo federale hanno ambedue 16 voti.

Il coordinamento delle politiche dell’istruzione e` invece dal 1948 compito della conferenza permanente dei ministri regionali dell’istruzione (Kulturministerkonferenz, KMK). Dal 2015, per modifica dell’Articolo 91b della Costituzione, il governo federale può finanziare le Universita` anche in modo ordinario e non piu` solo tramite progetti a tempo determinato. L’istruzione era stata in precedenza di esclusiva competenza regionale (e tali sono rimasti i livelli di istruzione pre-universitari); resta invece di competenza condivisa statale e regionale la cosiddetta formazione duale (professionale), di grande peso in Germania.

Il ruolo di collegamento fra istituzioni scientifiche e politiche e` svolto dal Consiglio della Scienza (Wissenschaftsrat, WR). Il WR valuta le istituzioni scientifiche, accredita nuove universita`, formula raccomandazioni e pareri. Dopo la riunificazione il WR ha valutato, e riorientato (spesso entro la società Leibniz) o soppresso, gli istituti scientifici extra-universitari dell’ex Germania Est. I suoi membri sono nominati dal Capo dello Stato in modo da bilanciare il peso consultivo delle organizzazioni scientifiche (24 membri indicati da DFG, organizzazioni di ricerca, conferenza dei rettori) e della societa` civile (8 membri non politici indicati dai governi federale e regionali) con quello della politica (22 membri con 32 voti, 16 per il Bund e 16 per le regioni).

Istituzioni consultive e valutative


Grande importanza hanno alcuni organismi federali di consulenza e valutazione della ricerca e innovazione. In ordine di importanza politica,
-    il più vicino al Cancellierato è il cosidetto Innovationsdialog, un gruppo di scienziati, politici ed industriali che, nominati dal Cancelliere, lo consigliano direttamente e informalmente;
-    Acatech, Accademia delle scienze tecniche, che consulta il Governo su questioni specificamente relative all’innovazione tecnologica (notiamo per contrasto che, l’Italia, unica in Europa, non ha ancora una Accademia di questo genere)
-    High-tech forum, comitato consultivo del Governo Federale sull'attuazione della strategia High-Tech 2025, con 21 membri provenienti da Università e industria, che fornisce indicazioni  sull'attuazione e l'azione della politica di ricerca del governo federale; è stato chiuso all’inizio della nuova legislatura, salvo una sua prevedibile ricomparsa sotto forma diversa;
-    Accademia Leopoldina, una Accademia Nazionale delle scienze sul modello dell’Accademia dei Lincei, che agisce a livello scientifico (ad esempio nelal crisi pandemica);
-    EFI, “Esperti per l’innovazione”, piccolo ma importante comitato di esperti che presenta annualmente al Cancelliere una valutazione del sistema R&S, con tratti a volte critici che trovano eco anche nei media, e cui il Governo dà risposta scritta.
Ci sono poi varie istituzioni statistiche e di analisi che mantengono un sistema di raccolta, curatela, e analisi dati su tutti i temi rilevanti per il Paese: tra questi il DZHW (centro di ricerca sulla scienza e le istituzioni universitarie), Destatis (centro statistico nazionale, l’ISTAT tedesco) e la rete nazionali dei Forschungsdatenzentren regionali, che elaborano e mantengono database di microdati statistici (la cui consultazione è a pagamento).

Enti finanziatori e di gestione


DFG. Il principale gestore del finanziamento della ricerca non industriale e` l’Agenzia Tedesca per la Ricerca (Deutsche Forschungsgemeinschaft, DFG). Ne sono membri 69 universita`, 18 istituzioni extra-universitarie, 8 accademie e 3 associazioni scientifiche. Funge da agenzia di distribuzione di fondi per progetti di ricerca, principalmente per le universita`. Il bilancio 2018 e` di 2.2 miliardi, cui si somma circa 1 miliardo che la DFG amministra per i patti Bund-Länder. La DFG è un organo parzialmente politico: poco meno della meta` dei voti nel comitato esecutivo sono espressi da Stato e Regioni. WR e DFG formano la commissione responsabile per l’Iniziativa per Eccellenza. La DFG è il principale dei cosiddetti Projektträger, organismi erogatori di fondi competitivi di ricerca sia nazionale che internazionale e multilaterale. Mentre la DFG ha obiettivi molto vasti, esistono altri esempi (di scala finanziariamente minore) focalizzati su temi più ristretti, come il Centro aerospaziale DLR che finanzia ricerca aerospaziale e meteorologica ed è finanziato principalmente dal Ministero dell’Economia, e il Centro multidisciplinare Helmholtz di Jülich, che si occupa primariamente di problemi energetici.


Alexander von Humboldt-Stiftung. Altri soggetti, pur di taglia minore, giocano un ruolo importante specialmente nella selezione delle eccellenze e internazionalizzazione. La Fondazione Alexander von Humboldt (AvH) contribuisce fortemente alla strategia di internazionalizzazione del sistema di ricerca tedesco, concentrandosi sulle eccellenze a partire dal livello “postdoc”. Il suo budget attuale è 143 milioni (2019; 96% federali, di cui 45% Ministero della Ricerca, 42% Ministero degli esteri). Lo strumento tradizionale è la fellowships per ricercatori stranieri, per periodi da 6 mesi a 2 anni in Germania (circa 5-600 all’anno) e la borsa Fedor-Lynen per ricercatori tedeschi che svolgano un periodo all’estero presso alumni humboldtiani. Piu` recentemente la AvH ha istituito, come parte della strategia federale per attrarre le eccellenze, la Alexander von Humboldt Professorship (5 anni, tipicamente dotate di 3.5-5 e sino a 10, milioni/anno ) e il Sofja Kovalevskaja Award (fino a 1.6 milioni su 5 anni a giovani scienziati per formare un gruppo di ricerca in Germania). La AvH assegna inoltre prestigiosi premi di ricerca, fra cui l’ Humboldt Research Award (dotazione 60000 euro) e il Friedrich-Bessel-Preis (40000 euro), e in compartecipazione il Max Planck Research Award (750000 euro). La Fondazione von Humboldt cura infine attivamente la rete dei suoi 26000 alumni, fra cui 48 premi Nobel.


Servizio di  Scambio Accademico (DAAD). Il Deutscher Akademischer Austauschdienst (DAAD) si integra con l’AvH, occupandosi degli scambi a livello di studenti universitari e giovani ricercatori. È l’organizzazione piu` grande al mondo nel suo genere. Nel 2019 ha amministrato quasi 600 milioni (70% federali, 23% europei). Finanzia annualmente circa 70000 accademici, di cui 41000 in entrata (orientativamente 1000 tedeschi e 300 italiani hanno ricevuto una borsa individuale per visitare il paese partner); questi numeri non comprendono il finanziamento di progetti (4000 in entrata e 40000 in uscita), oltre a 140000 Erasmus, di cui 60000 in entrata, anche collegati al Ministero degli Esteri per il sostegno a studiosi stranieri da Paesi in guerra etc.


Altre istituzioni. Un elemento importante del sistema tedesco e` la selezione e promozione dei giovani di talento, attraverso fondazioni statali, partitiche, confessionali. Le piu` antiche, nate negli anni ’20, sono la fondazione del popolo tedesco (Studienstiftung des deutschen Volkes, statale) e la fondazione Friedrich-Ebert del partito socialdemocratico. La Studienstiftung finanzia annualmente 12000 studenti universitari e 1200 dottorandi con un budget di 80 milioni, e opera sotto il patrocinio del Presidente della Repubblica. La principale fondazione privata per la promozione della scienza e` la Fondazione Volkswagen. Creata dal governo federale insieme al Land Bassa Sassonia con i proventi della vendita di parte della casa automobilistica Volkswagen (da cui è però completamente indipendente), ha un volume di finanziamenti annuale di 160 milioni, e un capitale di 2.9 miliardi. La fondazione per la scienza tedesca (Stifterverband fu¨r die Deutsche Wissenschaft), uno dei maggiori finanziatori privati della scienza tedesca, con un budget annuo di 150 milioni, rappresenta le istanze di sviluppo tecnologico e scientifico dei suoi 3000 soci, fra cui tutte le grandi aziende.


Esecutori dell’attivita` di ricerca e sviluppo


Il sistema di R&S si articola su sei grandi esecutori della ricerca. Come menzionato, il principale per quantita` di fondi e` l’industria nel suo complesso. Gli altri cinque, statali, sono il sistema delle universita` e i quattro grandi enti federali.


La Germania distingue fra università (Universitaeten) caratterizzate dal Promotionsrecht, il diritto di conferire titoli di Dottorato, e “Fachhochschulen” con target specialistici che prevedono stage obbligatori in azienda. Vi sono 182 università e 241 Fachhochschulen. Le Fachhochschulen sono una colonna portante dell’educazione terziaria tedesca, con circa 900.000 studenti, contro 1.7 milioni di studenti universitari, e sono sempre più spesso chiamate UAW, Universitäten der Angewandten Wissenschaften, Università di scienze applicate, e recentemente il Land Berlino ha effettivamente loro conferito il Promotionsrech, come possibile inizio di una rivoluzione normativa che potrebbe estendersi a tutto il Bund.

In ogni caso, il pilastro chiave della ricerca tedesca sono le quattro organizzazioni di ricerca federali: la Max-Planck-Gesellschaft, la Helmholtz-Gemeinschaft, la Fraunhofer-Gesellschaft e la Leibniz-Gemeinschaft. Il dato sintetico chiave è la spesa in ricerca consolidata 2017 delle istituzioni extrauniversitarie (di cui le quattro citate costituiscono la parte dominante) è 17 miliardi, di cui 6.9 per le scienze naturali, 4.6 per l’ingegneria, 3.0 per scienze sociali e humanities, 1.7 per medicina, 0.8 agricoltura.


Max Planck Gesellschaft (MPG)

Conta 83 istituti di cui 5 all’estero, fra cui di l’Istituto di Storia dell’Arte di Firenze e la Biblioteca Herziana a Roma, e si occupa prioritariamente di ricerca di base, principalmente nelle scienze naturali. Il suo budget ha superato i 2 miliardi, e proviene per il 79% da fondi istituzionali (50% e 50% da stato e regioni). Di conseguenza la pressione di reperimento fondi è minore sui ricercatori MPG, che possono dedicarsi più tranquillamente alla ricerca. Il 38% del budget copre costi di personale: alla MPG lavorano circa 22000 persone, di cui circa 17600 a contratto (6000 postdoc, 1500 dottorandi, 8000 tecnici e amministrativi, 2100 assistenti e praticanti), 4000 con borse di studio (fra cui 2400 dottorandi e 1600 postdoc) e 1100 visiting scientists. Dal 2015 tutti i dottorandi e almeno i 2/3 dei postdoc sono impiegati con contratti e non con borse di studio. Un ulteriore strumento per l’internazionalizzazione e la collaborazione con le universita` sono le International Max Planck Research Schools (IMPRS), consorzi che comprendono almeno un istituto MPG e un’universita`, aperti anche a istituzioni straniere e a cui afferiscono circa meta` dei dottorandi in co-tutela del MPG.

Le posizioni apicali sono circa 300 direttori di dipartimento (11% donne), 120 group leaders (34% donne), 250 senior scientists (30% donne). Ogni istituto e` formato da alcuni dipartimenti, di norma creati intorno ad uno scienziato di spicco (e chiusi quando lo scienziato lascia). Ogni dipartimento conta alcune decine di ricercatori a vari livelli di anzianita` e ha solo un paio di posizioni a tempo indeterminato, oltre al direttore. Il 55% dei dottorandi e l’80% dei postdoc e` di passaporto non-tedesco. Le posizioni apicali sono invece per più di metà tedesche, ma la quantita` di stranieri e` in crescita. L’Italia e` il paese europeo maggiormente rappresentato fra i giovani ricercatori e gli scienziati ospiti. Nel 2014, 645 italiani di queste due categorie hanno lavorato al MPG, contro 356 francesi e 330 spagnoli (guidano la Cina con 1087 e l’India con 807).


Helmholtz Gemeinschaft (HFG)

E’ la maggiore fra le organizzazioni di R&S tedesche e la piu` vicina al mondo politico. Nel 2019 ha avuto un bilancio di circa 5 miliardi, di cui 3.5 miliardi di fondo pubblico ordinario (per il 90% federale), e conta uno staff di circa 43.000 persone in circa 20 grandi centri, contenenti le grandi infrastrutture di ricerca tedesche. Svolge prioritariamente ricerca all’interno delle tematiche della strategia high-tech, occupandosi dell’intera filiera, dalla ricerca fondamentale allo sviluppo precompetitivo. Vi lavorano circa 7000 stranieri.


Leibniz Gemeinschaft (WGL)

E’ l’organizzazione piu` generalista: si occupa sia di scienze umane che naturali, sia di ricerca fondamentale che applicata. Cura diversi musei, fra cui quello di storia naturale di Berlino. Impiega circa 20600 persone (di cui 4800 stranieri e 11000 ricercatori), in 95 istituti dotati di ampia autonomia amministrativa. Il budget 2018 è 1.9 miliardi, di cui circa 1.2 di fondi pubblici ordinari.


Fraunhofer Gesellschaft (FhG)

All’estremo opposto rispetto alla MPG, si occupa di ricerca applicata e sviluppo pre- competitivo, ed e` in questo ambito la maggiore organizzazione in Europa. Ha una grandezza paragonabile a MPG e WGL, con 28000 impiegati e un budget di 2.8 miliardi. Il 70% di questo budget è generato da contratti di ricerca industriali e statali. Il restante 30% e` un fondo base statale (5 a 1 tra stato e regioni). Per confronto il budget del CNR e` 0.9 miliardi, con 9000 addetti circa, di cui 5500 ricercatori (di questo budget però quasi nulla resta per il finanziamento diretto della ricerca).


Ressortforschung

Un importante capitolo di spesa pubblica (ca. 1.4 miliardi) e` impiegato nei circa 40 istituti di ricerca interni ai ministeri (“Ressortforschung”), che svolgono ricerche applicate o raccolta dati, principalmente in settori politicamente sensibili. L’esempio piu` noto e` l’Istituto Robert Koch, che ha il compito di monitorare la salute pubblica.

Grandi infrastrutture di ricerca


La Germania attribuisce grande importanza alle grandi infrastrutture di ricerca, finanziate con 1.4 miliardi nel 2018. Da menzionare i grandi acceleratory di Desy (Amburgo) e Bessy (Berlino), e i reattori nucleari di ricerca di Garching (Monaco). Delle otto organizzazioni intergovernative europee responsabili di infrastrutture internazionali riunite in EIROforum, tre hanno sede in Germania: European Molecular Biology Laboratory (EMBL) ad Heidelberg; European Organisation for Astronomical Research in the Southern Hemisphere (ESO) a Monaco; European Free-Electron Laser Facility (XFEL) ad Amburgo. Le altre cinque organizzazioni EIROforum sono CERN (Ginevra), Istituto Laue-Langevin (ILL, Grenoble), European Synchrotron Radiation Facility (ESRF, Grenoble); EuroFusion (multisito, con ITER in Francia il centro principale); European Space Agency (Parigi), che ha due sedi anche in Germania , a Colonia (Centro astronauti) e a Darmstadt.


Ricerca privata e industriale


Quanto alla importante quota privata degli investimenti in ricerca, la parte principale è fornita dalle grandi aziende tedesche. Le prime 20 per dimensioni ne investono circa l’85% o 63 miliardi 2019. Il rimanente è distribuito, più granularmente, tra il cosiddetto Mittelstand (medie imprese, ~1000 impiegati) e le PMI. In questo contesto organizzano l’attività di finanziamento numerosi attori tra cui ad esempio la Zuse Gemeinschaft e la AIF, Arbeitsgemeinschaft industrieller Forschungsvereinigungen, per un volume dell’ordine di 500 milioni. Inoltre, vengono direttamente impiegati nell’industria anche fondi statali, tramite lo ZIM, Zentrales Innovationsprogramm Mittelstand (Programma centrale di innovazione della media industria) per il rafforzamento dell’innovazione di lungo periodo, rivolti anche alle PMI (definite come fatturanti meno di 50 milioni e con meno di 500 addetti) tramite sovvenzioni a fondo perduto su progetto. Lo ZIM supporta anche brevettazione, consulenza di innovazione, partecipazione a fiere, certificazione. Altre azioni statali significative avvengono attraverso la Fraunhofer Gesellschaft, ente statale che svolge ricerca per le industrie a pagamento su progetto, ma con supporto statale al 30% che assicura strumentazione di base e stipendi dei ricercatori. Infine, è frequente che programmi trasversali di ricerca interministeriali –ad esempio quelli recenti dei Ministeri della Ricerca e dell’Economia sull’idrogeno verde e il quantum computing– includano finanziamenti all’industria mirati alla creazione di “ecosistemi” per la tecnologia che viene sviluppata, e financo finanziamenti a progetti pilota da svolgere in Paesi suscettibili di quello sviluppo (p.es. idrogeno in nord Africa e Nigeria).


Presenza italiana nelle istituzioni di ricerca


L’Italia (dati 2018) è il sesto paese per provenienza di studenti stranieri (oltre 9000) secondo lo Statistisches Bundesamt. Di questi (sesto gruppo nazionale dopo cinesi, indiani, siriani, austriaci, e russi) oltre 6000 sono in Germania “intending to graduate” (cioè stanziali, e non di scambio). L’Italia è anche al secondo posto, dopo la Francia, tra i paesi di destinazione degli studenti Erasmus provenienti dalla Germania. L’Italia è anche il primo Paese di origine del personale scientifico internazionale presso le Università tedesche, con 3600 unità (seguiti da 3000 cinesi e 2700 indiani e 2500 austriaci). Tra questi quasi 300 sono professori universitari, terzo gruppo nazionale dopo austriaci (675) e svizzeri (314). Quello italiano è infine il primo gruppo nazionale negli staff nei quattro maggiori istituti di ricerca (MPG, Helmholtz, FhG, Leibniz), con circa 1100 ricercatori (9% dello staff straniero), prima di Cina (1000) e India (800).

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