Con un'età media di 38 anni, l'Islanda è uno dei Paesi più giovani d'Europa. L'Islanda vanta inoltre una delle più alte percentuali di laureati in rapporto alla popolazione totale (il 41% circa degli occupati è laureato). Il sistema universitario, composto da sette atenei e diversi centri di ricerca ad essi collegati, sforna ogni anno una forza lavoro motivata e qualificata, che ha favorito lo sviluppo di attività ad alto valore aggiunto e di un vivace ecosistema di startup.

Con una spesa annua in R&S che supera il 2% del PIL, l'Islanda si colloca tra i primi Stati al mondo per investimenti pubblici nella ricerca scientifica. Il coordinamento della strategia nazionale in questo ambito spetta al Consiglio per le Politiche sulla Scienza e la Tecnologia (Vísinda- og tækniráð), che è presieduto dal Primo Ministro. Il Consiglio stabilisce ogni tre anni le linee di indirizzo relative allo sviluppo e alla promozione della scienza e tecnologia, con l'obiettivo di incrementare la competitività internazionale del Paese nel settore dell'innovazione e favorirne la crescita economica. L'azione del Consiglio è coadiuvata dal Centro Islandese per la Ricerca (RANNÍS-Rannsóknamiðstöð Íslands), che fornisce assistenza nella preparazione e attuazione della politica nazionale sulla scienza e la tecnologia, amministra i fondi pubblici dedicati alla ricerca e all'innovazione, coordina e promuove la partecipazione islandese a Horizon Europe, Erasmus+ e Creative Europe e sostiene la diffusione della cultura dell'innovazione all'interno della società. Il Governo, dal canto suo, sostiene gli investimenti del mondo delle imprese tramite una congerie di incentivi sia in attività produttive che di ricerca e sviluppo, ove è offerto un credito d'imposta fino al 35% sulle spese in R&S effettivamente sostenute. Ciò ha stimolato lo sviluppo in questi anni di settori come quello delle scienze della vita e quello delle tecnologie a basso impatto ambientale.

Molto avanzato è anche il settore delle tecnologie informatiche (in particolare per quanto concerne il segmento della progettazione software), che fa oggi dell'Islanda uno dei Paesi a più elevata digitalizzazione. Ciò ha agevolato la creazione di un ecosistema favorevole all'innovazione anche nell'ambito dell’Intelligenza Artificiale, ove sono attive circa 200 startup. Il Governo islandese è stato uno dei primi al mondo a lanciare una Strategia Nazionale sulla IA, pubblicata nel 2018, e a creare un avanzato e innovativo servizio pubblico, denominato Digital Iceland, piattaforma che mette a disposizione della collettività un sistema centralizzato in cui possono essere fruiti in maniera agevole e immediata i servizi di centinaia di agenzie pubbliche e municipalità.

È presente in Islanda una comunità di ricercatori italiani composta da alcune decine di studiosi. In una prospettiva di collaborazione bilaterale con il nostro Paese, riveste particolare interesse il geotermico, che copre i due terzi della produzione energetica nazionale. Tra Italia e Islanda vi è un accordo tecnico di cooperazione, che mira a sfruttare le comprovate competenze dei due Stati per incoraggiare e promuovere partenariati tra istituzioni pubbliche, aziende private e organismi scientifici che operano nel settore dell'energia geotermica, al fine di facilitare lo scambio di know-how tecnico e gestionale, strutturare attività di formazione reciproca e condividere le competenze per il miglioramento dell’efficienza degli impianti. Fra le aree di cooperazione, rilevano quelle dell'esplorazione e della coltivazione di risorse geotermiche sia per la produzione di elettricità, sia per gli usi diretti, del teleriscaldamento e delle attività connesse alla costruzione e alla gestione degli impianti. La collaborazione delinea inoltre una strategia che mira a valorizzare le potenzialità della geotermia anche in termini di riduzione dell'impatto negativo dei cambiamenti climatici.